L’Associazione Friulana Donatori di sangue nasce nel 1958 frutto di una iniziativa spontanea di un gruppo di persone, in maggioranza operai dei Cotonificio udinese, ed in particolare di don Antonio Volpe, tarcentino, che ne sarà il primo Presidente.
La donazione di sangue nell’ospedale di Udine già da una decina di anni veniva praticata vena a vena dai cosiddetti “datori di sangue” e vi erano già una organizzazione associativa provinciale e delle sezioni, ma questa associazione per i suoi metodi e contenuti ideologici a livello nazionale non soddisfaceva le istanze locali soprattutto per quanto riguarda la gestione del sangue e la identità friulana. La rottura avvenne quando venne rifiutato alla sezione di Castions di Strada di porre sul labaro sezionale un proprio simbolo. Per l’AFDS fondamentale era ed è la gestione pubblica del sangue.
L’Associazione ebbe subito l’apporto del direttore dell’Ospedale prof. Giancarlo Zanuttini e del primario del neo istituito centro trasfusionale prof. Roberto Venturelli, un pioniere in questo campo medico. Nel 1959 assume la Presidenza Giovanni Faleschini di Osoppo ed insieme a Venturelli percorre tutto il Friuli per far nascere nuove sezioni, coinvolgendo medici condotti, amministratori pubblici, direttori di banca, parroci. In breve Faleschini divenne un personaggio molto popolare per la sua oratoria e per l’impegno profuso nel promuovere una cultura del dono. Negli anni Sessanta l’Associazione ebbe a crescere da poche centinaia di persone a migliaia che ogni anno si ritrovavano a Congresso, ma soprattutto hanno permesso di far sviluppare le cure agli ammalati e una ammirevole socialità che si concreta in una volontaria donazione del tempo. Il ventennale celebrato a Udine nel 1978 alla presenza della ministra della sanità Tina Anselmi suggellò il momento migliore per entusiasmi e per adesioni. Nel frattempo, però, l’Associazione come tutto il Friuli aveva subito la dura prova del terremoto, ebbene la stessa sera del 6 maggio 1976, neppure al cessare delle scosse decine e decine di donatori si portarono ad offrire il proprio sangue per i feriti. Nei giorni successivi sia quelli dell’emergenza sia quelli della ricostruzione le donazioni non mancarono mai neppure nelle tendopoli. Faleschini, duramente provato dalle conseguenze del sisma ebbe a mancare nello stesso 1978 e gli successe il maestro Armando Brollo di Gemona, della quale sarà anche Sindaco. Nei mesi in cui sarà al vertice della Associazione Brollo colma il vuoto lasciato dalla figura carismatica di Faleschini e con serietà e costanza prosegue il più che positivo cammino associativo con crescita costante di donatori e donazioni.
Il terzo presidente è Giampaolo Sbaiz di Latisana, persona dal carattere forte e determinato che dà alla Associazione assieme al segretario Umberto Spizzo ed al segretario Ermes Osso una struttura funzionale ed organizzata, ponendo dei principi operativi e consolidandone la tradizione. L’AFDS con costante impegno tutela i donatori e si confronta sia con i medici trasfusionisti sia con gli Enti,in particolare la Regione Friuli Venezia Giulia, che ne sono gli interlocutori principali. Si avvia la plasmaferesi e ci si spende per migliorare ed intensificare le donazioni. I Consigli si fondano su valide esperienze dei suoi componenti che sviluppano costante rapporto con il territorio.
Giovane e donna, Nadia Cijan ha portato all’Associazione una ventata di novità nei metodi di propaganda e di presenza pubblica dell’Associazione, portando in Consiglio e nelle sezioni il contributo della terza generazione di donatori. Ha fondato il suo duplice mandato sulla collaborazione più ampia con la società civile e le istituzioni e all’interno sul valore dell’amicizia. In questo periodo fecondo di adesioni si è ricordata la milionesima donazione ed è stato celebrato nel 2003 il quarantacinquesimo dell’Associazione con la prima tesi di laurea ad essa dedicata.
Renzo Peressoni, farmacista ospedaliero, il quinto presidente, ha elevato culturalmente l’Associazione portandola su un piano di conoscenze utile per l’interlocuzione e la collaborazione con la medicina trasfusionale ed è stato protagonista della nuova gestione per la lavorazione del plasma e per le convenzioni rinnovate. In questi anni è stato raggiunto il massimo in fatto di donazioni e di adesioni, su livelli che non si sono poi potuti mantenere. E’ stata acquisita una nuova autoemoteca e fra le celebrazioni si ricordano il 40° delle sezioni studentesche, il 50° di fondazione dell’Associazione ed il Congresso nazionale FIDAS del 2008.
Si sono manifestate a metà del secondo decennio del XXI secolo diverse difficoltà sia all'interno dell'Associazione sia per delle problematiche relative ai cambiamenti avvenuti, con più strette regole per la donazione, nuovi protocolli, demografia sfavorevole.
Nel novembre 2016 l'Assemblea straordinaria ha accolto le dimissioni del Presidente Peressoni ed ha eletto al vertice dell'Associazione Roberto Flora ed un nuovo Consiglio direttivo provinciale che ha avviato un rinnovamento organizzativo e di contenuti, con una sempre più ampia applicazione della informatica. E' stato rivisto lo Statuto per un suo adeguamento al Codice del III settore. Una serie di manifestazioni celebrative nella città di Udine, nel 2018 hanno ricordato i sessant'anni della Associazione.
Significativo è stato il rilancio delle donazioni in autoemoteca con una maggiore attenzione ai prelievi in aferesi, la propaganda è stata rinnovata ed in particolare con una significativa presenza sui social media, ha preso avvio definitivo e funzionale l'istituto della chiamata in rapporto alla prenotazione-programmazione, il che ha portato ad un recupero donazionale significativo.
Una prova della tenuta associativa e di continuità nell'impegno solidaristico si è avuta nell'anno 2020 nell'emergenza COVID 19,che per la prima volta ha portato alla sospensione di alcuni tradizionali appuntamenti associativi.