a cura del Dott. Loris Mario Zoratti - Comitato Scientifico A.F.D.S.
Il dolore toracico preoccupa molto, particolarmente quello ad insorgenza notturna quando siamo psicologicamente meno attrezzati per affrontare qualsiasi problema.
Agitati, se non in preda al panico, ricorriamo immediatamente alle cure del pronto soccorso. Nulla da dire.
Con il cuore non si scherza. Per fortuna solo in una ridotta percentuale di casi (10% circa) si tratta di problemi cardiaci. Negli altri casi si parla di dolore toracico non cardiaco che può essere causato da: problemi esofagei nell’80% dei casi; problemi muscolo-tendinei od osteo-articolari e anche ansia/stress.
Il cardiologo dispone di mezzi adeguati per capire se il problema lo riguarda o meno. Qualche ora di osservazione, l’elettrocardiogramma e il dosaggio della troponina nel sangue sono in grado di chiarire con sicurezza cosa stia succedendo.
Più difficile è il lavoro del gastroenterologo che deve capire se si tratti di un disturbo esofageo e di che tipo. Di solito sono in gioco: il reflusso gastro-esofageo; disturbi funzionale (acalasia, esofago a schiaccianoci) o una ipersensibilità viscerale (esofago irritabile).
In genere per evitare al paziente trafile diagnostiche lunghe ed estenuanti si ricorre alla terapia ex adiuvantibus con farmaci inibitori della pompa protonica che, riducendo la secrezione acida gastrica, possono risolvere il dolore.
Quei pochi casi che non si risolvono con i PPI complicano la vita del medico e mettono a dura prova la sua professionalità e pazienza.
Ricorrere a farmaci antidepressivi per innalzare la soglia di percezione del dolore è, a volte,l’unica strada percorribile