A quarant’anni dal terremoto che colpì il Friuli nel 1976 per ricordare quanti morirono in servizio militare o nei corpi di polizia o dei vigili del fuoco,le sezioni dell’AFDS che raccolgono i donatori di sangue della Polizia di Stato,dei Vigili del Fuoco,della Brigata Alpina Julia,del 3° reggimento guastatori,dell’8° reggimento trasporti,dei Bianchi Lancieri di Novara,della Polizia penitenziaria,del Corpo forestale regionale si sono ritrovati il 31 maggio a Gemona per un gesto altamente solidale : offrire una donazione. In 43 si sono presentati al prelievo coordinato dal primario dell’area vasta trasfusionale udinese dott. Vincenzo De Angelis nel Centro ospedaliero e sull’autoemoplasmoteca cui presiedeva la dott.ssa Totis.
Al termine delle donazioni vi è stata presso la caserma Goi Pantanali una breve cerimonia cui hanno partecipato il Prefetto di Udine Zappalorto,il questore Cracovia,il direttore generale dell’ASS 3 Benettollo,il generale Federici,i comandanti delle unità rappresentate in divisa con i labari sezionali.
Dopo aver deposto un omaggio floreale al cippo dedicato agli Alpini deceduti nella caserma la sera del 6 maggio,nella chiesa ,a causa del maltempo,sono intervenute per il loro saluto e per esprimere la loro gratitudine le autorità. Ha aperto il Presidente dell’Associazione Friulana Donatori di sangue che ha illustrato com’è nata l’idea e quali valori essa intenda dimostrare come testimonianza di generosità ed altruismo. Ha ricordato le difficoltà del momento riconoscendo ai militari,ai corpi di polizia ed ai vigili del fuoco il merito di costituire sempre un’ottima disponibilità nelle emergenze. Peressoni ha infine tracciato in sintesi il significato del donare cosa serve quando serve,concetto che dovrebbe costituire il principio della donazione responsabile. Ha infine rivolto un pensiero ai morti,fra i quali ha annoverato anche i donatori di Gemona, la cui sezione era presente con il suo Presidente Renato Copetti e due soci fondatori.
Il Sindaco di Gemona Paolo Urbani ha ricordato come la donazione dei 43 uomini e donne in divisa risulti una delle più significative fra quelle che commemorano il terremoto. Ha sottolineato inoltre la valenza civica delle donazioni e la presenza attiva dei donatori nella realtà locale come esempio virtuoso . Dal dono del sangue nasce simbolicamente lo spirito della ricostruzione per cui i paesi hanno potuto rinascere non solo materialmente.
Il Prefetto di Udine ha ricordato di aver illustrato al Presidente della Repubblica il sei maggio scorso tra le virtù dei friulani quella della generosità,prendendo ad esempio proprio il dono del sangue con il suo primato italiano. Un breve saluto è stato porto inoltre dal generale Federici e dal Direttore Benettollo,il quale ha accennato alla collaborazione fra i donatori di sangue e quanti operano nel settore della salute.
A tutti i partecipanti è stata consegnata una cartolina ricordo che porta i 43 nomi per i quali i donatori hanno offerto il loro sangue che servirà a dare vita e salute agli ammalati